RIFLESSI ELEGIACI

Raccolta di poesie di Giovanni Ollino

RIFLESSI DEL FOCOLARE

Riflessi fiammeggianti

scagliati sul muro damascato,

a formare oniriche immagini,

sinuosi adombramenti muti.

Creature della sera,

spettri forgiati dal fuoco,

esternazioni del nostro disagio,

nella solitudine delle stanze attonite.

(nelle furiose notti, incantati

a osservare il sacro fuoco,

ossessiva riecheggia una domanda:

che cosa è in realtà la vita?)

Il vostro canto crepitante

inonda le allucinate tenebre,

trascorse nel terrore del domani,

insieme a barbare nenie.

Nel profondo dei vostri fervori

trillano raffinati madrigali,

scintille latranti nel buio,

come nascosti fantasmi aleggianti.

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RIFLESSI ELEGIACI

Raccolta di poesie di Giovanni Ollino

IL MONDO NELL’IRIDE

Onde di luce rarefatte,

che v’immergete nel fluido vitreo,

quanti mondi trasportate 

nello sguardo di chi v’ammira,

quante frammentate realtà 

custodite!

Iridi di giada, specchi d’infinito,

ove s’inabissano le umane tensioni,

e i colori si miscelano 

in una tavolozza pulsante.

Ogni riflesso un pensiero danzante,

vivido palpito d’esistenza

nella sequela d’immagini frante,

come foglie ammantate di rugiada,

mentre il tempo lento svanisce…

(E in quel ceruleo balenio elisio

si cela la verità sul nostro essere,

rivelandosi sempre differente,

poiché ogni barbaglio fugace

è un viaggio solitario

verso un ignoto fato.)

Oh, occhi gemmei che scrutate l’infinito,

polle di terra e fontane celesti,

nelle pupille fulgenti

vivono stelle di un universo,

che rotea vorticoso in voi.

Ma ovunque alberga un dilemma, 

una domanda senza risposta,

nell’ermetica rifrazione:

dove finisce la realtà e inizia l’illusione?

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RIFLESSI ELEGIACI

Raccolta di poesie di Giovanni Ollino

RAGGI DI SOLE

Raggi mistici, 

aranciati raggi che guizzanti 

vi tuffate nelle screziate onde,

quali aeree strade solcate 

nel mattino dal volto pallido?

Il drappo d’oro che proiettate

sul fluido letto turchese

abbacina gli spettatori,

incantati dai frangenti vividi.

(Ma il rifulgente bagliore

non basta a schiarire i pensieri,

che le brillanti increspature

provocano nell’

intelletto,

alla ricerca di uno spiraglio

che disveli i misteri terreni,

a indicare il tragitto

verso epici approdi.)

Nelle striature dell’acqua,

colpita dai dardi fiammeggianti,

si specchiano i voli dei cormorani,

invincibili araldi bronzei

lungo l’orizzonte equoreo.

E il crogiolo di luci 

è l’unica certezza 

in questa giornata di fulgori,

madida di domande senza risposta,

insieme al moto continuo 

dei marosi instancabili.

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RIFLESSI ELEGIACI

raccolta di poesie di Giovanni Ollino

IL BOSCO NELLO STAGNO

Soffice tremolio acqueo 

che misceli le immagini,

proiettate sullo smeraldo paludoso,

nel soffuso mattino plumbeo.

I sospiri del bosco si propagano liquidi,

mentre la natura silvestre 

trova nuovi mondi,

in cui dipanare

le sue intricate storie.

(Quante complesse esistenze,

proliferanti in labirinti

psichici,

simili agli intrichi dei

rami,

intrecci di inquieti fati,

sugli alberi dalla chioma frondosa.)

E alfine, lacrime dal cielo oppresso

mischiano gli elementi,

riflessi nello specchio argenteo,

venato di muschio fragrante.

Così i miei pensieri s’intersecano,

fulminei aneliti sognanti,

nel rimirare lo stagno,

confusi col loro opposto,

che confuta ogni certezza.

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RIFLESSI ELEGIACI

raccolta di poesie di Giovanni Ollino

LO SPECCHIO

Diafano mondo convesso,

col tuo cuore d’argento,

albergo d’immagini senza dimora,

come ombre sfiorate dal refolo

di un sogno che sfuma nell’aurora.

Sussurrano i nostri volti riflessi,

incerti contorni di fragili attese,

labili destini intrecciati ai mattini,

che il tempo dissolve in stille sospese.

(Ma chi sono, chi veramente io sono,

se non un’eco fugace,

una frammentata chimera

di sguardi infranti e intenti fallaci?

Un battito d’ali, un soffio lieve,

un’illusione che sfuma,

eppure persiste!)

Lo specchio tace, vetusto e immoto,

custode di destini mai nati,

riverbero che arde di luce remota

e svanisce in frammenti sfocati.

E nello specchiarmi discinto,

osservo uno sconosciuto,

franto da mille venature,

sigilli vitrei e spietati

di un prismatico istinto.

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RIFLESSI ELEGIACI

Iniziano da questa settimana una serie di poesie, di nuova concezione e struttura, da me ideate, aventi come tema quello dei riflessi, in tutte le loro manifestazioni: la prima poesia è dedicata alle ombre, queste figure evocative e misteriose, che ci accompagnano nelle sere solitarie, e spesso ci appaiono come una proiezione simbolica del nostro complesso essere psichico.

Confido come sempre nella Vostra magnanimità nel giudicare i miei scritti, e Vi ringrazio anticipatamente per la benevola attenzione, buona lettura.

OMBRE

Mute Ombre danzanti,

sgorgate dal regno della notte,

riflessi di torbide lune,

nate dall’amplesso ambrato

del nostro essere caduco

col manto vellutato di stelle.

Figlie del tremolante baluginio

d’incerte fiaccole,

qual sussurrio distendete

sulle strade immote!

Il vostro velo di ciano,

che si propaga indolente,

brulica di mistero

e sommesso pianto

nella tenebra silente.

(Dove siete adesso,

o gemmee speranze,

o periture illusioni?

Ci avete ammaliati

nel tempo dell’idillio puerile,

con promesse di estati floride,

quando vi rincorrevamo,

gioiose antitesi tersicoree.

Ora, esiliati nella nivea steppa

dei sentimenti frustrati,

le vostre forme ci appaiono

come sterili enigmi!)

Tristi metafore del nostro disagio:

nel distendervi al suolo cupe,

ci dipingete arcane realtà,

come riverberi inquieti

di ricorrenti sogni eccitati.

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