Raccolta di Lara Pellerino
Da questa settimana il blog è lieto di ospitare gli scritti della carissima amica Lara Pellerino, estratti dall’opera “E quindi”, in cui descrive la sua vita e la sua famiglia.
In questo intenso e commovente primo articolo, Lara, una giovane donna e neo-mamma, racconta in prima persona il suo parto e l’inizio dell’avventura con il compagno Denis e il piccolo Leonardo, lasciando scorrere pensieri ed emozioni come in un flusso di coscienza.
Ispirandosi al monologo interiore di Molly Bloom, la protagonista femminile dell’Ulisse di James Joyce, Lara ci accompagna in un viaggio intimo tra paure e speranze, sofferenza e gioia, amore viscerale e riflessioni sulla sua nuova identità di madre e donna.
Un racconto sincero, appassionato e poetico, che cattura tutta la forza e la vulnerabilità dell’esperienza materna.
E quindi? E quindi davvero abbiamo voglia di continuare ogni giorno con questi pensieri, con questo modo di fare, con queste persone intorno… dove ogni giorno di più ti ritrovi un piccolo Nemo, fuor d’acqua? Questi i pensieri fino a quel giorno, il giorno in cui si è palesato quello stimolo che ti porta a riconsiderare tutto.
Ti ritrovi lì, in quella stanza d’ospedale alle 8 di sera, con quella frescura sulla pancia, il gel dell’ecografia, mentre la tua mente è completamente annebbiata, perché non sai quale sarà il verdetto che ti verrà annunciato: finalmente, dopo mesi di dolori, ti sei decisa a fare un controllo, memore anche delle parole allertanti di un anno prima della tua ginecologa, e quando ti viene detto “SI TENGA FORTE”, in 2 nano secondi la rassegnazione prende il sopravvento, pensi subito al peggio e quasi non realizzi quando la dottoressa girando il monitor dice: “C’E’ UN BAMBINO ED E’ UN MASCHIO”.
“Può ripetere?”
Come una molla schizzi su quel lettino, incredula di fronte a quel monitor, tanto che alla domanda della Dottoressa “Chiamo il suo compagno?” rispondi “Nono, lo lasci dov’è, che devo capire cosa sta succedendo”. Inizia così il frenetico girovagare come una scheggia impazzita in quei 15 mq di stanza, domandandoti solo come sia possibile!
E invece è stato possibile, quel Pisellino era già al suo quarto mese di vita.
E’ stata l’emozione più forte dopo la morte di mio papà, come un uragano mi ha travolta, la mia vita completamente scombussolata; Denis, mio compagno di vita e papà del Pisellino, in ansia per la lunga attesa, vedendo la mia espressione sconvolta, spense subito l’auto: a fatica riuscii a pronunciare la parola “incinta”, ma il suo abbraccio rassicurante e le sue parole, dopo aver preso una bella boccata d’aria, “l’importante è che tu stia bene, Pisellino è una bella notizia”, mi hanno ridato ossigeno come se fossi in apnea da quasi un’ora.
La sensazione è talmente incredibile che quasi contrita ti ritrovi a far ragionamenti assurdi, pensieri che una futura mamma, anzi una già mamma, non dovrebbe avere.
Ma sei umana, sei fatta di carne, la razionalità svanisce e anche il panico prende il sopravvento: “Sarò capace? Denis ed io riusciremo a viverci e a creare una famiglia unita e felice? Leonardo sarà felice di avermi come mamma?”, e via così finché quel panciottino comincia a crescere e la notizia che anche l’amniocentesi è un successo ti rasserena … e allora solo sorrisi, gli occhi radiosi illuminano il tuo viso, ti vedi sempre bellissima perché puoi solo sorridere all’idea che il tuo Pisellino sta crescendo, sta bene e comincia a farsi sentire: coi suoi calcetti, i suoi pugnetti e le sue giravolte realizzi che una vita è dentro di te, vive con te, comunica con te e dipende da te.
Wow!!! Che meraviglia la Vita!!!
Uno stato di idillio assoluto: ricorderò questi 5 mesi consapevoli di gravidanza come i più belli della mia vita, addirittura insieme siamo riusciti all’ottavo mese a solcare il palco del Teatro di Valleggia e cantare al concerto di Natale, scatenandoci come solo Noi sappiamo fare.
E poi quel pacchettino nascostissimo alle 5 del mattino del 25 dicembre con un biglietto vocale unico e indelebile “mi vuoi sposare”: un’emozione pazzesca, una gioia immensa, un fiume di lacrime felici e un abbraccio che han dato valore ad un muto SI, perché anche il fiato faceva fatica a uscire e danzava felice insieme al cuore!
Il 27 febbraio 2023 si ruppe il sacco: TU piccolo cucciolo adorato, che troppo bene stavi nel tuo nido, hai deciso però di sorprenderci ancora una volta! La minaccia dell’induzione del giorno prima ha preoccupato anche te? E così, alle 5.30 del mattino del 27 febbraio, è iniziata la nuova avventura del parto, un’avventura che purtroppo ricorderò con molta rabbia e amarezza: vent’otto ore di travaglio e
DOPO
una dilatazione di 10 cm,
l’ecografia d’urgenza al primo rallentamento del battito cardiaco di Leonardo, alle 6 del mattino del 28 febbraio,
il monito dell’ostetrica e del ginecologo di turno che ricordavano l’importanza del parto naturale e dei rischi di un cesareo, sia mai,
la negazione dell’epidurale per mancanza fondi con tanto di suggerimento al ricorso in fase di puerperio (certo, se ci arrivo volentieri!)
quando ormai avevo perso le speranze e il dolore di 5 ore di spinte aveva pervaso ogni particella del mio corpo,
FINALMENTE
sentii la voce amica della mia ginecologa, che come una furia, senza esitazione, optò immediatamente per il tanto agognato taglio cesareo.
Le scuse immediate a nome di tutto il reparto a Denis per la trasformazione di quello che doveva essere un momento felice, se pur faticoso, in un triste ricordo, fatto di lacrime e di rassegnazione.
Purtroppo, non dimenticherò mai quella sensazione, non dimenticherò mai l’immagine di me piegata sul lettino, che tra una spinta e l’altra pensavo: “come faccio a farti uscire? Moriremo così, io e te, tristemente insieme!”
Ma dal momento in cui finalmente ho sentito la tua vocina, il tuo pianto meraviglioso e la tua pelle sulla mia, ogni minuto di ogni giorno mi regali, inconsapevole, gioia allo stato puro!
Ndr. Nel 2024 è stata reintrodotta la possibilità di intervenire con l’epidurale durante il travaglio, e questo quando? Quando è venuto a mancare una piccola creatura che non ha visto mai la luce.
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