Racconto giallo di Vittorio Nicoli

II puntata

Finalmente in commissariato, riunisce i suoi discepoli per fare il punto sulla situazione, e soprattutto per far capire loro che dovranno muoversi con grande circospezione e non far trapelare la prosecuzione delle indagini, in quanto il procuratore le ha di fatto chiuse, considerando il caso come un suicidio. Loro dovranno pedinare la moglie e la governante, lui cercherà di parlare con il segretario locale del partito cui il sindaco apparteneva.

Va ora detto che a Venuti la politica poco interessa nel mondo di oggi, facendo parte di quella porzione di società, sempre più amplia, che è delusa e disillusa da quel mondo: però non è un uomo superficiale, sa bene quanto sia importante la gestione della cosa pubblica e quanto possa migliorare o peggiorare la giustizia sociale, solo si accorge che sempre meno soggetti la praticano con tale scopo. L’incontro con il segretario di partito, tal Rossi, non poteva che creargli irritazione e provocare la sua proverbiale scontrosità, e infatti l’esordio non è dei migliori.

“Buongiorno dottor Rossi, sono venuto per fare due chiacchiere sul nostro fu sindaco, che come lei sa si è tolto la vita.  Non lo avrete per caso, diciamo, forzato voi? So che prima dell’evento vi siete visti…”

“Venuti, lei non si smentisce mai, è un uomo insensibile e fastidioso, cosa vuole che le dica? Non credo neppure ci siano indagini in corso e comunque abbiamo parlato di come riorganizzare il nostro gruppo e ragionato di alcune decisioni che la giunta doveva assumere in settimana.”

“Sì, mi pare di ricordare si parlasse della lottizzazione a sud della città, molti soldi in ballo, filava tutto liscio? Potevano esserci dei contrasti, che lei sappia, nel partito o nella giunta?” Rossi a quella domanda prende tempo e fiato, come stesse valutando cosa replicare; poi fa spallucce e non dice nulla, tende la mano al commissario in tono di commiato, come a dire è ora che tu vada via. Venuti non replica al gesto, gira sui tacchi e si allontana: non ha avuto grandi chiarimenti, ma un piccolo passo lo ha fatto ed ora attende i risultati delle analisi e della scientifica. Certo che questo Rossi è un uomo fisicamente improponibile: testa grande su piccole spalle, alto e magro, ma sgraziato e con quella aria strana da faccendiere, non gli affiderebbe neppure il portafogli vuoto. Vuoi vedere che alle ultime elezioni l’ho pure votato? Non mi meraviglierei, ormai non seguo più quel mondo, conoscevo il sindaco per via del lavoro, colpa mia e del mio disimpegno.

Avanti, non demordere, ti attende la doggy bag del tuo ristorante preferito ed una serata di riflessione sperando che nessuno ti rompa le scatole. Spegni il telefono Venuti, ed accendi il cervello.

Il mattino dopo al risveglio il commissario ha la bocca impastata, come avesse rimuginato tutta la notte, eppure con una sensazione positiva ed al tempo stesso inquietante. Mentre fa colazione ascolta la radio come tutti i giorni, e tra le news compare ovviamente quanto accaduto il giorno prima, derubricato a suicidio, peraltro al momento non spiegabile. Uno spezzone di intervista riporta le parole della moglie che fra le lacrime conferma “Non ha mai detto niente, era sereno lavorava come sempre…”  Sembra sincera forse il tuo giudizio è affrettato.

Arriva in ufficio con passo deciso, quasi rabbioso, sale i gradini due a due per impazienza e come entra volge lo sguardo a Mastrolindo: gli legge il volto ed esclama “Bingo! Dimmi tutto nel mio ufficio”. Infatti, gli viene confermato che il bicchiere capovolto sul tavolo conteneva un potente barbiturico, ma purtroppo nessuna impronta digitale, se non quelle della vittima positiva anche al guanto di paraffina. “Ora abbiamo bisogno di capire cosa fanno le nostre due sospette e intanto lavoriamo sul loro passato e sul più vicino presente”.  A questo punto Venuti si fa portare un caffè quindi chiude la porta, si siede alla scrivania con i piedi in alto ed è così che il procuratore, entrando come una furia, lo trova.

“Che fa Venuti, ha deciso di proseguire le indagini per conto suo? Ha voglia di sprecare soldi pubblici per un caso risolto, mentre ci sono problemi costanti di ordine pubblico che lei ignora? Credevo di esser stato chiaro: caso chiuso e lei che fa? Va dal Rossi a fare domande. Questo attiva il cellulare e comincia a fare telefonate nazionali, capisce nazionali, e noi ci facciamo la figura dei cretini, meglio lei ce la fa. Rossi è uno che conta, è un astro nascente della politica nazionale”

Qui a Venuti scappa la solita battuta indisponente “In effetti ho visto che è molto veloce, specie nel liquidare gli interlocutori che non gli piacciono e nel dimenticare le cose…”

“Eppoi c’è la moglie del sindaco, lo sa, fa parte di una famiglia molto in vista, hanno già il problema del suicidio, evitiamogli altra pubblicità inutile, ma…”

“Ma non si può, – risponde il commissario – nel bicchiere abbiamo trovato una forte dose di barbiturico, ossia la vittima è stata drogata e la morte diventa sospetta”.

A questa frase il sostituto sbianca, perché adesso l’indagine è sicura e va fatta, gira sui tacchi ed uscendo dice: “Con discrezione!”

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