L’IDENTITA’ DI SPECIE

Una importante notizia ci giunge oggi dalla Commissione Pari Opportunità del Parlamento Europeo, chiamata a deliberare su delicati aspetti della vita nei paesi dell’Unione, in tema di uguaglianza e dignità di tutte le persone, indipendentemente dal gruppo sociale a cui esse appartengono.

Finalmente, dopo anni di dibattiti, proteste e polemiche, alcune anche violente, e dopo un confronto serrato tra le parti politiche andato avanti per ben due anni, è stata promulgata la nuova legge che riconosce l’identità di specie, regolamentandone inoltre l’attuazione nella quotidianità e nel mondo del lavoro.

Sostanzialmente, dopo la normativa che sanciva il completo riconoscimento e la difesa dell’identità di genere, con una serie di tutele per favorire a tutti i livelli l’affermazione dei diritti LGBTQIA+, è stato licenziato un decreto che estende tali garanzie ai cosiddetti “therians”, e cioè agli individui che si considerano animali intrappolati in corpi umani, comportandosi di conseguenza, travestendosi come l’animale che ritengono di essere e adottando uno stile di vita simile ad esso.

Per anni chi si vestiva e comportava come un animale (l’esempio più frequente erano persone che si identificavano in cani, addobbate con tute comprensive di coda, che camminavano a quattro zampe, abbaiando invece di parlare, mangiando per terra da ciotole, ecc.) era considerato qualcuno con problemi personali, se non mentali, che aveva la necessità disperata di affermare la propria individualità in un mondo dove si è sempre più anonimi, e quindi veniva automaticamente escluso dalla vita produttiva, deriso e discriminato.

Invece, fortunatamente i nostri rappresentanti in Europa hanno adesso sancito che si tratta di persone particolarmente sensibili, meritevoli di tutela e rappresentatività, emanando questa legge: pertanto, già come successo con l’identità di genere, anche per l’identità di specie dovranno cessare tutti gli aspetti discriminatori nei confronti di chi non appartiene alla maggioranza che ancora si identifica come umana; vi saranno corsi di orientamento nelle scuole per trovare in modo sereno e indipendente una propria collocazione di specie; nei documenti di identità non dovrà più essere dichiarato il sesso, e si potrà invece indicare la specie animale alternativa alla quale si appartiene; infine, sui luoghi di lavoro, saranno obbligatorie le assunzioni e gli avanzamenti di carriera per quote di persone che dichiarano di non appartenere al genere umano.

Il Parlamento ha in questo senso – a nostro avviso in modo veramente meritorio – deciso di dare il buon esempio, eleggendo a capo della Commissione Pari Opportunità una parlamentare francese, nata donna, ma recentemente auto-dichiaratasi prima non binaria, e poi anche appartenente alla specie delle libellule, la quale con grande coerenza ha deciso di andare a vivere presso uno stagno, ed ha inoltre partecipato alle ultime riunioni politiche con un costume che riproduceva le fattezze dell’insetto, comprensivo di ali trasparenti e membranose, interagendo con i colleghi soltanto tramite il ronzio caratteristico della libellula.

A nostro modesto avviso si tratta veramente di un grande passo per l’attuale società.

Il riconoscimento di libertà complete a tali livelli è decisivo, ed esprime compiutamente il grado di democrazia che il nostro continente è riuscito a raggiungere, esplicativo di una società che integra chiunque senza lasciare indietro veramente nessuno, a qualunque specie appartenga, per cui ci sentiamo onorati di poter dare in anteprima questa notizia eccezionale al mondo.

(Comunicato dell’Ufficio Stampa del Parlamento Europeo, settembre 2026)

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