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I DIFENSORI DEL PIANETA

Ha suscitato scalpore la recente legge approvata dal Senato Usa che intende cambiare la normativa sugli investimenti con criteri ESG, punendo penalmente chi dimostrerà di seguire tali criteri nel futuro per le scelte di investimento.

Come molti di Voi sapranno, l’acronimo ESG sta per Environment, Social, Governance, intendendo quindi il rispetto di determinate regole in materia di ambiente, sociali in genere, e di corretta gestione dell’azienda e dei rapporti con clienti, fornitori e dipendenti.   Negli ultimi anni la finanza ESG è stata portata ad esempio per l’abbinamento tra la ricerca di rendimento e la salvaguardia di norme morali e ambientali, e in tutto il mondo sono sorte normative che la regolamentano e la favoriscono, con molti fondi di investimento internazionali che si sono fregiati a lungo della relativa qualifica.

Soprattutto il tema ambientale, con i devastanti cambi climatici in corso, che stanno modificando e addirittura mettendo a rischio la vita dell’uomo sulla Terra, è particolarmente sentito da tutti, in modo particolare dalle nuove generazioni, preoccupate per il loro futuro.

Eppure, molte banche, fondi e aziende hanno verificato due ordini di problemi inerenti agli investimenti ESG: spesso le limitazioni di tipo morale e ambientale penalizzavano le società statunitensi, di solito particolarmente spregiudicate e poco responsabili in tal senso; inoltre, escludere determinati titoli, non rispondenti ai parametri richiesti, comportava lo scegliere in un universo investibile inferiore, precludendo la massimizzazione dei rendimenti.

Perciò, malgrado i fondati timori di tutte le popolazioni, i governanti dello stato più ricco e potente del mondo, hanno appena deciso di fare un voltafaccia completo con tale legislazione, la quale impone pene pesantissime per i gestori di portafoglio che manterranno anche i parametri ambientali nelle scelte di investimento; questo, secondo i regolatori, al fine di tutelare le aziende domestiche e non penalizzare il ritorno atteso di fondi di investimento e fondi pensione.

Tutto ciò in barba a tutti i costi, le limitazioni, e i sacrifici nello stile di vita che i cittadini hanno dovuto subire recentemente, per cercare di difendere in qualche modo il nostro pianeta dai cambiamenti climatici.

Addirittura, lo stato americano ha deciso di infliggere sanzioni penali durissime, che potranno arrivare sino all’ergastolo, per chi reitererà nelle scelte di investimento la selezione dei titoli seguendo la tassonomia ESG, sovvertendo quindi completamente e in modo brutale la normativa precedente.

Per non essere da meno, la Cina, lo stato divenuto ormai diretto concorrente nella competizione mondiale, oltre che seconda economia del pianeta, ha pensato bene di introdurre leggi ancora più severe per le aziende, i fondi di investimento, e le banche che discriminano le società in base a parametri ambientali: in questo caso le possibili condanne massime prevedono addirittura la pena di morte!

Insomma, pare essere finita la moda green, che ha tenuto banco per anni: in un’ottica estremamente miope, volta al soddisfacimento di bisogni egoistici a breve termine, si è deciso che l’unica cosa importante è fare soldi, mentre alla difesa del pianeta ci penserà eventualmente la generazione successiva, sempre se ci sarà ancora qualcosa da difendere.

(articolo del 2024, tratto dal sito internet della più nota associazione ambientalista del periodo, “Greenpeace”, poi sciolta d’imperio pochi anni dopo per decisione unanime delle principali nazioni)