Tutti i diritti sono riservati. È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti inseriti nel presente portale, ivi inclusa la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica.
Inizia oggi una nuova serie di miei racconti, a carattere distopico, che hanno l’obiettivo di mettere in evidenza alcuni aspetti assurdi e paradossali della società nella quale viviamo: in essi il sarcasmo volutamente accentua il lato grottesco del nostro modo di vivere, da cui il titolo della raccolta . Spero siano di Vostro gradimento, e invito tutti a scrivermi un giudizio tramite i contatti presenti su questo sito: se non avete tempo per un parere, mi basta anche solo un voto, da 1 a 10. Grazie, buona lettura!
Giovanni Ollino
INTRODUZIONE
Dicembre 2121
Con questo breve saggio vogliamo provare a descrivere il periodo storico che va dall’inizio del 2000 sino a tutti gli anni ’20 del secolo scorso: un’era molto particolare, nell’immaginario comune spesso considerata di involuzione e arretramento rispetto ai progressi tecnologici e politici di fine ‘900, tanto da essere passata alla storia con il poco edificante appellativo di “Nuovo Medioevo”.
La nostra analisi, che sarà di tipo prevalentemente sociologico, cercherà di approfondire alcuni temi che rendono tale trentennio, ancora oggi, particolarmente ostico a chi lo affronta per studio o per curiosità, vista l’abissale differenza rispetto alla successiva epoca cosiddetta “Illuminata”, che pose le basi per la nostra attuale società di benessere e scienza, dove per fortuna il senso logico e la cultura hanno alla fine prevalso rispetto all’irrazionalità e alla mancanza di valori precedenti.
Per rendere più fruibile e anche viva la descrizione, ci avvarremo di molti scritti e articoli dell’epoca, in modo da non correre il rischio di dare informazioni parziali o fuorviate dal nostro giudizio: vedremo quindi gli accadimenti del periodo con gli occhi di chi li visse in prima persona, con l’unico obiettivo di fornire una chiave interpretativa il più possibile precisa al lettore. Troverete infatti brani di saggi contenenti gli argomenti principali, ed estratti di lettere pubblicate da singole persone, ritenuti particolarmente rappresentativi della realtà, dei tormenti e delle pulsioni dell’epoca: alcuni brani sono tratti da siti internet, in quanto nell’oscurantismo tipico del periodo neo-medioevale la scrittura cartacea era considerata desueta e spesso sostituita da quella elettronica, per cui lo stile rispecchia la velocità e la sintesi tipica dello strumento informatico.
Ovviamente alcuni avvenimenti descritti potranno apparire strani, paradossali o addirittura incredibili, visti con la percezione dell’uomo moderno, ma abbiamo verificato scrupolosamente le nostre fonti: si tratta perciò di vicende e situazioni effettivamente verificatesi, in quegli anni caratterizzati da un’esplosione della tecnologia, evidentemente mal gestita da menti non abituate ad un tale salto del sapere, e da momenti di totale mancanza di raziocinio, dove il buon senso fu spesso abbandonato, con il pericolo di mettere persino a rischio il futuro del genere umano; questo anche a causa dell’impressionante arsenale di armi di distruzione, fabbricate da nazioni spesso in guerra tra loro.
Per fortuna, quegli anni bui furono successivamente forieri di tante conquiste, sia in ambito tecnologico che sociale, e dalle crisi passate si posero le basi per una ripresa dell’umano, in tutte le sue forme, scongiurando molti pericoli che sembravano essere incombenti e sempre più minacciosi.
Ogni scritto tratta un singolo argomento, rendendo a nostro avviso sufficientemente schematica e maggiormente fruibile la nostra analisi storica, in modo da fornire un supporto sia per chi si avvicina per la prima volta al tema, sia per chi lo affronta a fini di studio.
La redazione
IL CALL CENTER
Sono l’operatore “Cancelletto 89988 accento circonflesso”, e lavoro nel call center di una grande banca, a circa 50 km dalla casa in cui vivo; potrebbe sembrare una distanza limitata, sebbene per andare a lavorare impieghi circa 3 ore all’andata e 3 al ritorno, in quanto la ferrovia che ci collega al capoluogo non è più soggetta a manutenzione, per mancanza di fondi, e quindi i treni sono costretti ad andare quasi a passo d’uomo, e sono spesso presi d’assalto dai pendolari, che non possono permettersi l’auto privata, per cui mi capita a volte di dover viaggiare sul tetto, stando attento a non cadere di sotto, rischio peraltro limitato vista la velocità contenuta.
I miei turni di lavoro sono molto flessibili, – la mia Azienda cerca di venirmi incontro in tutti i modi – e orientati alla soddisfazione generale, mantenendo un presidio costante verso i clienti: lavoro solitamente 15.59 ore giornaliere, compresi i giorni festivi, ma posso scegliere tra varie opzioni, iniziando di norma alle 5.30 del mattino, ma, compatibilmente con la presenza dei miei colleghi, anche più tardi; abbiamo una pausa pranzo nella efficientissima mensa aziendale di un quarto d’ora tutti i giorni, e posso persino usufruire della macchina per il caffè – presente a ogni piano del palazzo – durante la sosta per andare in bagno, consentita una volta al giorno in un lasso di tempo di 2 minuti e 45 secondi.
Il mio lavoro mi appassiona e mi trovo piuttosto bene con i miei colleghi, anche se non riesco a familiarizzare con tutti i 23.587 collaboratori del call center, e di nessuno in realtà conosco il vero nome di battesimo, poiché ognuno di noi è identificato dal cartellino con un codice alfanumerico: succede addirittura a me stesso di dimenticarmi il nome, e, pure fuori del lavoro, di presentarmi ormai come “Cancelletto 89988 accento circonflesso”; però tra noi ci aiutiamo spesso, sebbene non abbiamo il tempo di familiarizzare, e se qualcuno deve andare al bagno o a pranzo, troviamo facilmente qualcuno che risponda al telefono per lui, in modo da non interrompere il servizio, e mantenere alti gli standard e le statistiche aziendali.
La mia Azienda opera nel settore finanziario, è una delle più importanti del mondo, avendo assorbito un centinaio di altri istituti di credito più piccoli, e produce utili per migliaia di miliardi di bitcoin tutti gli anni; però, bisogna riconoscere che, con spirito comunitario e altamente filantropico, sovvenziona molte associazioni umanitarie, e soprattutto tratta in modo molto democratico e socialmente responsabile i propri dipendenti: io ad esempio godo di uno stipendio che mi permette, una volta alla settimana, addirittura di fare la spesa e comprare beni al supermercato, in questo sicuramente agevolato dal fatto di vivere da solo, e per di più in una casa di proprietà lasciatami in eredità dai miei genitori, sebbene al momento senza utilizzare luce e gas, visto il recente aumento a doppia cifra delle bollette energetiche a causa delle tensioni internazionali.
La scelta del mio Istituto di chiudere il 100% delle filiali fisiche che aveva sparse in tutto il mondo, all’inizio ha sicuramente apportato alcune problematiche ai propri clienti, però poi brillantemente superate dall’efficienza del nostro sito internet, dai supporti tecnologici forniti da intelligenza artificiale e robo-advisor, e infine dalla competenza e solerzia di call center come quello in cui io mi onoro di lavorare.
Certo, non sempre riesco a risolvere i problemi della clientela, che ci telefona per le operazioni più svariate, dallo smarrimento delle carte di credito, al consiglio sugli investimenti, alla pratica di mutuo, ma io, come tutti i miei colleghi di reparto, cerco sempre di essere professionale, e chiudere la relativa richiesta nella tempistica assegnatomi dall’azienda, che varia tra i 30 secondi e i 3 minuti massimi; ovviamente non è sempre possibile in tale lasso di tempo fornire una soluzione definitiva al problema prospettato, e in quel caso si consiglia eventualmente di richiamare, sebbene non sia così semplice riuscire a parlare con un essere umano: infatti, il risponditore automatico, prima di mettere in comunicazione il cliente con uno di noi, comporta 28 passaggi e risposte differenti, con vari livelli multipli di autenticazione.
Vedo però che la clientela è solitamente molto soddisfatta del livello del servizio, e, nei pochi casi in cui qualcuno se ne lamenta, e non si rassegna a mettere giù per ottenere una risposta più completa, adottiamo lo schema 281/A2, come da direttive e protocolli aziendali, e poniamo noi termine in modo improvviso alla conversazione. Ciò succede però veramente di rado, vista l’alta professionalità di tutti noi appartenenti al call center, grazie anche alla selezionata formazione ricevuta, consistente in almeno 2 ore e 25 minuti di corsi obbligatori, all’atto dell’assunzione.
Un altro vantaggio dell’appartenenza ad una società tanto solida è la cassa assistenza, che ci permette di essere curati a distanza da un call center privato che risponde 24 ore su 24 dal centro Africa (anche se a volte è un po’ ostico farsi comprendere e capire le cure suggerite, viste le differenze linguistiche), e sostituisce di fatto la sanità pubblica, abolita per legge alcuni anni fa: anche in questo mi posso ritenere un autentico privilegiato.
Insomma, non mi posso lamentare davvero di nulla: quando arrivo a casa sono troppo stanco per occuparmi di altre cose e avere distrazioni, inoltre dispongo solo di 3 ore per cenare e andare a dormire, prima di riprendere un altro turno lavorativo, il che comporta per me l’assenza di tante seccature inutili ed impegni sociali, che farebbero invece parte della vita extra-lavorativa.
A questo punto, vi saluto con deferenza e vado a letto, in attesa di una nuova giornata nel mio amato call center, dopo aver scritto questo breve articolo per il giornalino aziendale, fiero per l’appartenenza ad una così prestigiosa multinazionale, e pregustando le ferie prossime venture, che dovrebbero decorrere tra una quindicina di anni, al compimento del 25esimo anno di anzianità aziendale, quando sarò giunto circa ad un terzo della mia vita lavorativa.
L’operatore Cancelletto 89988 accento circonflesso