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Il pistolero
Alzo il cane e premo il grilletto…alzo il cane e premo il grilletto… la pallottola sibila nell’aria roteando e raggiunge un bersaglio: penetra le carni, fracassa i vasi sanguigni, frammenta le ossa.
Il sangue sgorga, rosso rubino, in un fiotto e l’uomo grida, cade e si divincola dal nulla, o meglio dalla vita che fugge ed infatti adesso geme spegnendosi. Alzo il cane ancora e la canna lucida scintilla al sole ed uccide la luce negli occhi altrui.
Sul mio petto campeggia la stella, quella che mi conferisce il potere, l’autorità e la copertura per poter portare la somma giustizia attraverso la morte. Oggi in questo spiazzo desolato al confine con il Messico, ove il vento alza una fastidiosa polvere, io mi innalzo a giudice e carnefice, tribunale e boia e la colt eseguirà la sentenza già scritta. Il cuore è forte grondando lacrime per il mio povero fratello ucciso, il braccio sicuro e la mente fredda e lucida: sia chiaro, il bandito avrà la sua possibilità, il duello sarà leale; se sarà più veloce lui, la giustizia perderà.
Ecco il duello: tutto parte da uno scontro ormai famoso che resterà nei libri di storia; io sono già una leggenda per quello che facemmo quel giorno all’Ok Corral, io, i miei fratelli e Doc Holliday.
Tombstone vide l’azione dell’angelo di Dio nell’inferno di fuoco.
Cresciuta velocemente a seguito dell’arrivo della ferrovia e della febbre dell’oro, la città era caduta preda di ogni sorta di avventurieri, tagliagole e pistoleri, case da gioco e di perdizione, e la gente onesta faticava a sopravvivere, rischiando ogni giorno di cadere vittima, anche per futili motivi, delle azioni di questi malviventi. Noi avevamo deciso di riportare l’ordine e la tranquillità in difesa degli innocenti, cosa che in passato avevamo già fatto in altra zona d’America. Tramite un’ordinanza vietammo di portare armi da fuoco, imponemmo un coprifuoco serale ed il controllo su alcoolici e gioco: questo prima innervosì alcuni cowboys agitati, poi divenne scontro il giorno che presi a schiaffi il vecchio Clayton davanti a tutti come fosse uno sciocco. E lo era! Tornò con i suoi figli ed amici ad affrontarci per svilire la nostra autorità.
Gli costò caro, – come tutti sapete già – persero la vita in tre ed i superstiti dovettero fuggire come cani spaventati. Quel giorno le nostre stelle brillavano come non mai al sole dell’Arizona e cantavano assieme alle nostre pistole l’ode alla giustizia.
E il sangue dei vinti bagnava la terra.
Come sono finito in questo posto sperduto? Inseguendo gli assassini di mio fratello, candidato a sindaco della città e barbaramente ucciso con una fucilata alla schiena da parte dei Clayton, quelli sopravvissuti. Come sceriffo federale dovevo assicurarli alla mia giustizia … Alzo il cane e premo il grilletto… Li ho trovati uno ad uno e mai si sono arresi ad un giusto processo: ho sempre dovuto ucciderli, non mi hanno lasciato diversa scelta.
Ed oggi sono qui nel New Mexico dinanzi ad un muretto in mattoni, mezzo diroccato, con poche sterpaglie riarse vicino ad una fazenda dall’apparenza dimessa, ove alcuni mandriani stanno governando pochi capi di bestiame dall’aspetto non florido. Mi salutano con deferenza e paura, hanno visto la stella e le colt, hanno subito compreso che vicino a me cavalca la signora nera con la falce. Si mettono a chiamare “Senior, senior “, facendo sempre più chiasso, sinchè un uomo alto e magro s’affaccia all’uscio e subito il suo volto si fa torvo. Lui sa chi sono e perché sono lì, tocca la falda del capello in segno di saluto ed aggiusta il cinturone.
Alzo il cane e premo il grilletto… Mi fa un secondo cenno, capisco che vuol parlare, ma io ho la gola secca e poca voglia, non abbiamo nulla da dirci. Dal suo sguardo capisco che insiste, scendo e lego il cavallo poi mi approssimo.
“Earp, eccoci faccia a faccia ancora una volta, non molli il tuo osso vero? Saresti venuto a cercarmi all’inferno; congratulazioni, mi hai trovato! Ora siamo in due in questo luogo dimenticato da Dio. Ho visto morire i miei figli e i migliori amici, anzi sono morti per causa tua e per la mia boria. Potremmo fermarci, ma so già che tu non vorrai, invocando la legge e la stella che porti … La giustizia. Ma quale giustizia, Earp? La vendetta, ecco il motivo per cui sei nel mio inferno, la tua sete di vendetta che tu fingi di chiamare giustizia.”
Lo fisso senza proferire parola poi gli sibilo “Vieni con me Clayton, sei in arresto!” Ma ha ragione: in cuor mio spero che resista, che io possa alzare il cane e premere il grilletto ancora una volta, illudendomi che quel gesto lenisca questo dolore immenso che provo da quando il mio amato fratello è morto ed infine io possa garantirgli…giustizia.
Il sole acceca in questo momento, Clayton tende la mano verso la pistola, io la afferro rapido, alzo il cane…