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SECONDO ATTO

Quando riesce a uscire dal labirinto, decide di non tornare a casa immediatamente, e si aggira sconvolto per la città; arriva davanti alla chiesa del suo quartiere, entra e vede il parroco che lo conosce da anni: gli chiede di parlargli, alla ricerca di risposte. Il sacerdote lo porta con sé in sagrestia.

Parroco:   Carissimo Ennio, dimmi dunque, cos’è che ti turba? Vuoi confessarti? Sono a tua disposizione!

Ennio: Più che confessarmi, padre, vorrei una spiegazione.

Parroco: Naturalmente, tutto quello che vuoi, se posso esserti utile.

Ennio:  Lo spero…(e guarda per terra dubbioso)

Parroco:  Orsù, dimmi? Qual è il problema? Hai qualche dilemma d’amore? La tua fidanzata? Ma guarda che è capitato a tutti, prima o poi si risolve. Ma dimmi, dimmi.

Ennio:  No, non è questo…

Parroco: Ma allora sfogati con me, e non preoccuparti, tratterò le informazioni che mi darai come se fosse una confessione, sai che sono tenuto al segreto assoluto.

Ennio:  Sì, certo, grazie padre.  Ecco, quello che volevo chiederle si riferisce ad una cosa che mi è appena successa e che non riesco a inquadrare, ma mi ha inquietato molto e fatto riflettere.

Parroco: Mi spiace Ennio, ti vedo turbato,  farò il possibile per darti delle risposte, lo prometto. Ma cosa ti è successo?

Ennio: Ecco, prima di dirle cosa mi è successo, che al momento tra l’altro non mi è nemmeno molto chiaro…(pausa) volevo chiederle una cosa essenziale.

Parroco:  Va bene, chiedimi pure tutto quello che vuoi, ma dimmi, non mi tenere ancora sulle spine!

Ennio:  Io le volevo chiedere se lei crede veramente al libero arbitrio piuttosto che alla predestinazione, e se da uomo di chiesa ritiene che Dio ci lasci liberi di modificare il nostro destino e di compiere autonomamente delle scelte.

Il parroco si alza di scatto, si volge e passeggia per la stanza per alcuni secondi, visibilmente turbato. Poi torna a sedersi.

Parroco:  Non sono domande facili, e probabilmente quello che ti è stato mostrato può condizionare il tuo modo di vedere le cose.

Io comunque credo che a tutti sia lasciato il libero arbitrio, e come diceva Sant’Agostino si salvino quelli che credono e amano, anche se non si salvano da soli, ma in virtù della grazia di Dio.

Ennio: Quindi lei crede che ci sia la possibilità per ognuno di modificare il proprio destino? E se non fosse così? Se anche esistesse una divinità sopra di noi, ma essa ci avesse assegnato un fato irreversibile, entro il quale ci dobbiamo muovere? Se non ci fosse data veramente la possibilità di cambiare le nostre vite, se non marginalmente e per dettagli alla fine insignificanti?

Parroco (sempre più turbato): Ribadisco, i quesiti che poni sono molto complessi, e forse un povero parroco come me non ha le risposte adatte per infonderti coraggio nelle tue possibilità…

Ennio: Ma io non voglio che lei mi convinca o cerchi di tranquillizzarmi: voglio solo sapere la pura e sacrosanta verità. Lei cosa pensa veramente sul tema del destino? E’ modificabile o no? Noi nasciamo con questa spada di Damocle sulla testa, un percorso già scritto per tutti, o no?

Parroco:  Ecco, io credo…Non ho certezze…Nella mia esperienza ho visto molti casi in cui pareva che un certo destino si fosse in effetti impossessato della vita di alcuni…Ma è difficile capire quanto noi decidiamo e quanto alcune cose siano casuali o prestabilite da qualcuno…Io confido però nella salvezza con l’aiuto del nostro Signore.

Ennio:  Ma lei cosa pensa a proposito della sua vita?

Parroco (balbettando):  Io…io…io sono contento della mia missione…

Ennio:  Ma l’ha scelta lei, o è stato scelto? Non la vedo affatto convinta di quello che dice!

Parroco: Ma cosa vuoi dire con questo?

Ennio: Mi pare chiaro. Lei si è sentito libero nelle sue decisioni, o condizionato da qualcosa?

Parroco: Ma no, vedi, non è mai tutto così semplice e schematico, bisogna tenerne conto e affrontare l’estrema complessità del reale.

Ennio (alzando sempre di più la voce) : Non scherzi con me, pretendo delle risposte chiare!

Parroco (tremando) : Ora basta, sta diventando un supplizio…

Ennio (urlando ormai) : Voglio una spiegazione, la esigo! Mi ha detto lei che avrebbe risposto a tutte le mie domande!

Ecco, ora gliene faccio una sola,  semplicissima: anche a lei è stata posta davanti così tutta la sua squallida vita quando era giovane e incapace di ribellarsi, dove veniva previsto che avrebbe passato i suoi anni al buio di una chiesa, ascoltando i racconti di poveri vecchi e le confessioni di ragazzi che commettevano peccatucci? Mi risponda!!!

Parroco (terrorizzato) : No, ti prego Ennio, non fare così, io capisco, tutto…ma non fare così…Io non lo so, non ricordo…So solo che ho sempre creduto in Dio e nella misericordia divina…Io credo che il Signore ci ami, e ci abbia affidato un compito, però ognuno sia libero di svolgerlo come vuole…

Se non credessi almeno che esiste un Dio misericordioso, impazzirei…

Ennio (fuori di sé, improvvisamente lo afferra per la tonaca e lo strattona, con gli occhi fuori dalle orbite) : Non mi basta sapere che lei crede in Dio, io voglio sapere se per lei c’è modo di modificare il proprio destino oppure no!

Ora basta manfrine! Mi deve rispondere!

Parroco :  Ecco, io…Se penso alle persone che ho incontrato sul mio cammino di uomo di chiesa, con tutti i loro tormenti, le loro paure, e le loro disgrazie… (pare pensare alle sue esperienze per lunghi istanti) Io sicuramente credo in qualcosa di più alto di noi che ci ama e dà un senso al tutto…Però se devo rispondere alla tua domanda…Non lo so…Non so se esiste il destino, se esso ci è assegnato da Dio, e fino a che punto noi riusciamo a modificarlo…

E a questo punto il prete si lascia andare e si accascia a terra, piangente, mentre lui lo accompagna al suolo, sconvolto…

Il giovane lo guarda stranito, e poi corre via, fuori di sé; il sacerdote resta a terra per lunghi secondi, poi si rialza e se ne va col capo chino, piangendo silenziosamente.

Rientra in scena il  ragazzo, che si aggira solitario per la città, al buio, assorto in pensieri confusi; ogni tanto si ferma a parlare da solo.

Ennio: Ma tutto ciò è assurdo, se credono di poter condizionare così la mia vita sbagliano di grosso.  Ahahah, ma cosa pensano, che io sia uno stupido? Che qualcuno possa prendersi gioco di me in questo modo? Non sono mica più un bambino. E’ stata tutta una beffa, architettata ai miei danni, o forse una prova per testare la mia forza di volontà. Anche il prete era d’accordo, è evidente: e come ha recitato bene! Maledetto attore di bassa lega!  Incredibile, però!  Gli farò vedere io, si pentiranno di questa pagliacciata…Ma figuriamoci!

Ha un attimo di incertezza, si ferma nuovamente a pensare.

Ennio: Ma no, probabilmente è stato tutto un sogno, solo un brutto sogno.

Sì, esatto, un sogno ad occhi aperti, io ero nervoso per l’esame, e condizionabile, chissà cosa mi è successo esattamente, il mio inconscio mi avrà giocato un brutto scherzo. Succede a volte di essere convinti che ci siano accadute alcune cose, ma in realtà si sono svolte solo nella nostra testa: ecco la spiegazione, deve essere andata così. Ma allora dovrò poi chiedere scusa a quel povero prete…Cosa ho fatto?

(poi più tranquillo) Accidenti, è già sera, avevo detto agli altri di aspettarmi per festeggiare, e invece ho fatto tardi, non ho più visto nessuno all’uscita, se ne saranno andati a casa. Tutto a un tratto mi sembra di vivere come per uno strano sortilegio in uno spazio metafisico, dove le regole sono diverse da quelle conosciute.

Beh, poco male festeggerò con i miei, e se Sibilla si è fermata a casa, anche con lei.

Certo, era tutto talmente ben costruito, che mi ha impressionato. Ma in fondo, se anche non fosse tutta una presa in giro, o un sogno, come credo, io saprò  combattere contro il destino.  Ognuno è artefice del suo,  ne sono sicuro.

Figuriamoci…Impedirò a chiunque di mettersi tra me e la realizzazione dei miei sogni!

Ora è meglio tornare a casa, e dimenticare tutto ciò, non voglio neanche parlarne, devo solo tenere bene a mente quali sono i miei obiettivi, e non lasciarmi distogliere da essi per alcun motivo.

La prossima cosa da fare è cercare di partecipare al master per scrittori, altro che assicurazione…Ecco, concentriamoci totalmente su questo.

Con i soldi che abbiamo messo da parte, posso pagarmi il corso postuniversitario e la permanenza a Roma per tutta la durata, e a quel punto sarò pronto per la professione che ho sempre voluto fare. Lo scrittore o il saggista, o comunque un lavoro presso una casa editrice, per iniziare.

Nessuno potrà impedirmelo, all’inferno il destino già scritto.