Entrano il rettore e il ragazzo in una piccola camera, che pare dare, tramite una porta socchiusa, in un’altra stanza molto più spaziosa.

Rettore:  Allora Ennio, innanzitutto ancora vivissimi complimenti per il proficuo e brillante corso di studi! Ora però dobbiamo parlare di qualcosa di ancora più importante e serio: la tua vita futura.

Ennio:  Certo, molto volentieri.

Rettore:  Guarda che non saranno tutte rose e fiori. La vita reale, il mondo del lavoro e la famiglia vissuta da adulti sono cose diverse dalla scuola.

Ennio:  Lo so bene, professore. Non si preoccupi, non sono più un bambino. Sono disposto ad accollarmi tutte le mie responsabilità.

Rettore:  Dunque, sei veramente pronto?

Ennio:  Sì, naturalmente. Sono pronto.

Rettore:  Va bene, allora apri quella porta, ed entra nella sala. Troverai una poltrona, siediti e osserva attentamente quello che succederà in tua presenza.

Ennio (perplesso e stupito):  Ma…E lei non viene con me?

Rettore: No, caro amico. A ognuno è riservato qualcosa di simile, ma è solo nell’affrontarlo.

Ennio (sempre più titubante):  Non capisco, ma farò come dice lei. Va bene, allora. A dopo.

Apre la porta ed entra, dopo aver dato un ultimo sguardo timoroso verso il suo interlocutore.

Nuovo cambio di scena, luci psichedeliche con un non so che di sinistro illuminano una sorta di dedalo in cui è divisa la sala nella quale è entrato il ragazzo.

Il labirinto è costituito da un sapiente gioco di specchi, dai quali viene restituita un’immagine deformata del protagonista, a sottintendere la dissoluzione della sua personalità e l’impossibilità di riconoscersi nella realtà circostante.

Il ragazzo inizialmente barcolla davanti agli specchi, che lo spaventano e lo inquietano, poi ritrova un minimo di equilibrio e vede la poltrona in fondo alla sala: la sposta mettendola appena dietro uno dei tanti specchi e vi si siede; scompare temporaneamente dalla vista del pubblico, ma si sente la sua voce che dice:

Ma che posto è mai questo? Dove sono capitato? Mi pare di essere precipitato come per incanto in un sogno! Che cosa c’entra tutto ciò con la mia laurea e la mia vita futura?”

All’improvviso si sente una musica potente e inquietante che pervade di solennità la scena, nell’oscurità un nuovo fascio di luce impazzita turbina sugli specchi per alcuni secondi per poi fermarsi e concentrarsi sul centro della scena.

A questo punto la musica termina e, come se provenisse dal nulla, dal buio circostante emerge un personaggio, che è identico al giovane, ma vestito in modo diverso.

Il nuovo venuto si guarda intorno, quasi abbacinato dagli specchi, senza riuscire a profferire parola; sembra che stia per dire qualcosa varie volte, ma poi la voce non gli esce, simbolo del suo sosia che anch’egli sta guardando la scena a bocca aperta, incredulo di vedere un altro ragazzo uguale a lui in tutto e per tutto.

Dopo alcuni minuti di perlustrazione del labirinto, nel quale anche il nuovo giovanotto sta per perdersi, ecco finalmente che arriva portando due sedie in mano un altro personaggio, un signore imponente e ben vestito, che inizia a parlare.

Signore:  Oh, buongiorno, venga, venga, si accomodi.

Ennio (come risvegliandosi dal torpore in modo repentino) :  La ringrazio.

Signore:   Allora, come lei può immaginare il motivo di questo colloquio è di confermare la sua assunzione. Nella nostra ditta siamo rimasti molto ben impressionati dalla sua lettera di referenze, e poi sono venuto a conoscenza della sua brillantissima laurea. Veramente complimenti!

Ora voglio solo sapere cosa ne pensa lei di lavorare con noi, e, nel caso ovviamente fosse interessato, le spiegherò in cosa consiste il nostro lavoro.

Ennio:  Certo, certo, ricordo la lettera che vi inviai, e sono sicuramente interessato alla vostra offerta.

Signore:  Immagino che lei sappia in cosa consiste il nostro business. Siamo un’assicurazione primaria nel nostro paese, che si occupa principalmente del ramo danni. Lei sarebbe assunto con mansioni impiegatizie, al servizio di un importante broker, e avrebbe poi la possibilità di fare carriera e persino accedere in seguito ad un portafoglio di clienti che le verrebbe ceduto, se darà dimostrazione di essere in grado di svolgere ruoli più impegnativi.

Ennio (piuttosto in imbarazzo):  Io la ringrazio, sono favorevolmente stupito, gratificato, e onorato dalla vostra interessante offerta. Tra l’altro la mia famiglia è sempre stata vostra cliente sia per l’assicurazione auto che per quella della casa, e quindi conosco bene la vostra serietà e la vostra professionalità.

Signore:  Bene, ci fa molto piacere che lei sia già anche nostro cliente. Sì, infatti io ho avuto il piacere di conoscere suo padre. Le sue referenze sono ottime…Del resto…

Ennio:  Sì?

Signore:   Beh, è ovvio (ammicca, con fare misterioso)…Lei sembra fatto apposta per lavorare con noi…Sono cose che si capiscono subito.

Ennio:   Non capisco…

Signore:   Ahahah, ma capirà, vedrà che poi, in seguito capirà! In ogni caso, io glielo predico…(lunga pausa, durante la quale pare quasi pregustare quello che sta dicendo)  Sì, esatto, glielo predico con assoluta certezza…Lei farà una lunga e luminosa carriera nella nostra ditta: arriverà ad altissimi livelli, livelli dirigenziali, avrà tante soddisfazioni, e guadagnerà anche parecchi soldi, stia sicuro!

Ennio: La ringrazio della fiducia, ma non so se sono all’altezza…Io veramente pensavo…

Signore: Ma scherza? Vedrà, vedrà, glielo posso assicurare. Lei farà un grande percorso da noi, e sarà un impiegato e poi un dirigente modello, veramente un grande acquisto per la nostra società!

Ennio: Non so cosa dire. Lei mi lusinga.

Signore: Se lo merita, non ho alcun dubbio. Guardi, ho qui già pronta una lettera di assunzione; inizierà con tre mesi di prova, ma è un semplice proforma, lei sarà confermato sicuramente. (Si fa improvvisamente severo nel tono) E anche lei, non deve avere dubbi!

Ennio (piuttosto perplesso, ma arrendevole) : Va bene, va bene.

Signore: Tra l’altro, lei si chiama Ennio, la cui etimologia è “destinato”: lo so perché sono un appassionato di nomi; che bella combinazione… (resta un attimo pensoso)  Beh, nel nome c’è sempre una parte di verità.

Ennio: Sì, esatto, ha ragione: è un nome un po’ particolare. Tra l’altro è adespota, non esiste un santo con questo nome.

Il capo ufficio ritorna allegro e gioviale, fa firmare al giovane il pro forma di una lettera di assunzione, dopo di che i due si salutano e se ne vanno dalla scena.

Rientra quindi brevemente il giovane originario, che ha seguito tutto da dietro allo specchio: appare spaesato e spaventato, come se non riuscisse a comprendere che cosa gli stia succedendo.

Ennio:  Ma cosa significa questa pantomima?  Che cosa vogliono farmi capire? Io non ho alcun interesse a lavorare in quella ditta, avevo solo mandato la richiesta di assunzione quasi per prova, per vedere se mi rispondevano…E cosa vogliono mostrarmi i miei professori, cosa dovrebbe essere la mia vita nel futuro?

A me non piacerebbe per nulla il lavoro impiegatizio in un’assicurazione, mi annoierei a morte! Ho studiato tanto per questo? Proprio no.

Ma io farò quello che voglio! Voglio fare qualcosa nell’ambito letterario, è l’unico settore che mi interessa.

E poi chi era quel ragazzino che mi assomigliava così tanto, dove lo hanno trovato, e soprattutto perché? Veramente si chiamerà come me?